ARCHEOPARC E AREE ARCHEOLOGICHE MUSEALIZZATE IN ALTOADIGE. IL
CASO DELLA VALD'ISARCO.
UmbertoTecchiati*
*SoprintendenzaProvincialeaiBeniCulturalidiBolzano-AltoAdige,UfficioBeniArcheologici
Dalla fondazione della soprintendenza provinciale ai Beni culturali, avvenuta alla metà degli anni
settanta del secolo scorso, ad oggi, migliaia di scavi, grandi e piccoli, hanno portato a un significativo
incremento delle conoscenze scientifiche sulla presenza dell'uomo antico in Alto Adige. Contestualmente è
cresciuto l'interesse della popolazione locale, a tutti i livelli, per l'archeologia come componente essenziale
dellaculturacontemporanea.
Non desta pertanto meraviglia che, al termine di numerosi scavi nel corso dei quali l'Ufficio Beni
Archeologici e i suoi collaboratori hanno lungamente e intensamente interagito con la popolazione locale per
i più diversi motivi, interessandola e coinvolgendola, nasca quasi spontaneamente, a livello locale, la
richiestadellamusealizzazione diquantoportatoinluce.
Benché infatti gli scavi condotti dall'Ufficio siano per la stragrande maggioranza scavi di emergenza (o
pianificati) in aree destinate ad essere edificate, e quindi si debba in partenza escludere l'eventualità di
musealizzazioni in loco, non è infrequente che piccole o grandi modifiche al progetto iniziale
permetterebbero,laddovesenepresentassel'opportunità,piùomenoestesemusealizzazioni.
Parchi archeologici e musealizzazioni rappresentano almeno potenzialmente un importante strumento di
sensibilizzazione della popolazione locale alle tematiche della ricerca e della tutela in archeologia, e
costituiscono un sicuro richiamo di tipo turistico che può rappresentare un valore culturale aggiunto in
territori, come quello della provincia di Bolzano, tradizionalmente vocati al turismo. È tuttavia evidente che
Archeoparc e musealizzazioni pongano, almeno sotto il profilo della tutela del bene archeologico, ineludibili
interrogativi..................................................